Il paesaggio che s’apre,
oltre le semplici case
affiancate a filari di lidi,
lenisce l’ansia terrena,
appare un’invadente distesa di mare.
Conduce al Gargano
quel taglio di vento e d’asfalto,
che divide l’acqua spumosa dei pesci,
dai campi coltivati a sale.
Si distende lo spettacolo sulla pianura,
l’occhio sconfina,
non vede oltre quel piatto di mare,
lasciato dall’uomo ad essiccare
sotto un potente sole cocente.
Le vasche sono laghi salati,
squadrati da sottili passaggi pedonali
e da ciuffi d’erba palustre;
di ritorno dal paradiso
vi si rifugiano specie di rara bellezza.
Alla vista si espongono
con passaggi armoniosi
e silenziosi tuffi improvvisi,
affondano becchi
nella quiete di un cielo di specchio,
si donano in premio
al lento viaggiatore.
Superfici lisce e trasparenti
si alternano
a piste di “ghiaccio” increspato,
si interrompono ai piedi del cono:
la cristallina montagna di sale
abbandonata dall’acqua.
Le sirene dal mare
reclamano le onde rubate,
non resiste al richiamo la goccia,
evapora e ad esse ritorna.
Vegeta e regna
la paziente coltura;
si estrae il sale dalla laguna
e s’insapora la vita che passa,
prende di sale la vita che nasce.
Ha più sapore quel grembo materno,
il frutto che n’esce
ha un “umore” speciale.
Questo è il salario dato alla “ciurma”,
così accontenta l’umile terra
intrisa di sole, di mare e di vento.
Concorso "Mare Mare" indetto dalla casa editrice MonteGrappa Edizioni di Monterotondo (Roma), conclusosi a Giugno. Oltre alla pubblicazione, durante la serata di presentazione della VI Raccolta Antologica della collana "Les Cahiers du Troskij Café", tenuta a Monterotondo il 21 Luglio 2012, i due testi si sono classificanti al secondo posto nella sezione Poesie.
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